martedì 24 luglio 2018

Onu e Oms contro l'olio calabrese (e il mare in Italy)

"Si ostacola l'Italia ma non si contrastano le Multinazionali"

Così Innocenza Giannuzzi, presidentessa di Agricoop, esprime il proprio dissenso nei confronti di un ennesimo attacco ai danni del made in Italy ed in particolare dell'olio extravergine d'oliva,  che vede la Calabria seconda a livello nazionale per produzione e qualità, subito dopo la Puglia. 

Il Quotidiano del Sud 24.07.2018
Intervistata da Michele Inserra per il Quotidiano del Sud, la presidente Giannuzzi esalta le caratteristiche e le qualità del nostro olio extravergine d'oliva, interrogandosi sulla strana presa di posizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che nei confronti del nostro olio d'oliva ha manifestato più di una serie di perplessità.

Oms ed Onu, sulla scorta di eliminare i grassi saturi hanno messo nel mirino degli alimenti pericolosi per la salute umana anche molti prodotti d'eccellenza italiani; tra questi: il Parmigiano reggiano, il Prosciutto di Parma, la pizza, il vino e naturalmente l'olio d'oliva. Una iniziativa che però appare tutt'altro che derivata dalla buona fede, dal momento che vengono penalizzati i prodotti italiani mentre nulla si dice riguardo ai danni per la salute di tutti quei prodotti industriali realizzati con zuccheri artificiali, quindi non naturali, contenenti coloranti e acidi, utilizzati per mantenere nella lunga conservazione.

A chiosa di ciò non poteva mancare la ciliegina sulla torta, in questo caso offerta da una politica calabrese sterile, che ancora una volta ha perso l'opportunità di battersi per un prodotto di eccellenza della nostra terra; pare infatti che nessun politico della Regione Calabria abbia preso le difese nell'olio d'oliva calabrese come invece ha fatto la Puglia. 

L'olio italiano è, senza ombra di dubbio, qualitativamente superiore rispetto a quello tunisino, spagnolo e greco, ma nonostante ciò, continua la presidente Giannuzzi, non riesce ad entrare in competizione con questi oli scadenti.

Ancora una volta c'è da chiedersi il perché di un accanimento da parte di organizzazioni che dovrebbero tutelare la salute umana, ma pare proprio siano più preoccupate a penalizzare un prodotto di eccellenza per qualità e genuinità, a tutto vantaggio di prodotti sicuramente più economici ma di conclamata qualità scadente che però possono sempre contare su una produzione su scala industriale,  o per meglio dire "multinazionale".



Il Presidente pro-tempore dell'Associazione
Marco Lucisani