Richiediamo:
il rimborso del 50% somme erogate in bolletta negli ultimi 5 anni,
rimborso della componente depurativa per servizio non usufruito, più
-eventuali- danni patrimoniali e non.
A seguito delle diverse sentenze emesse dal Giudice di Pace di Reggio Calabria in favore dei cittadini che attualmente stanno pagando nella bolletta idrica, relativamente ai canoni di depurazione riferiti agli anni pregressi, per l'inadempimento del Comune di Reggio Calabria nel servizio di depurazione.
È fatto noto e documentato, anche a livello parlamentare, che l'attuale sistema depurativo comunale sia compromesso a livello di efficienza depurativa nonché di utenze asservite. Pertanto a norma di legge la richiesta di rimborso per i canoni versati negli anni pregressi per un servizio mai effettivamente erogato.
Il Giudice di Pace di Reggio Calabria, con diverse sentenze, ha dato ragione ai ricorrenti, evidenziando che il canone di depurazione non riveste carattere tributario ma tariffario, quindi va corrisposto per un servizio erogato e non può essere chiesto se i depuratori sono inattivi o non funzionanti.
In caso contrario vi sarebbe una discriminazione tra i cittadini che versano il tributo senza usufruire del servizio di depurazione, rispetto a coloro che versano il tributo e si giovano invece del servizio erogato. In più tale comportamento incoraggia inequivocabilmente il lassismo degli enti locali (Comune e Regione) a spese della salute dei cittadini e delle future generazioni danneggiate dall'inquinamento attuale i cui effetti proseguiranno nel tempo.
Già era stata la Corte Costituzionale, con sentenza n° 335 del 2008, ha statuire che nei centri dove manca o non è funzionante un servizio centralizzato di depurazione per le acque fognarie, le società che gestiscono il servizio idrico, sia esse pubbliche o private, non possono riscuotere la somma destinata alla depurazione, il cui importo viene caricato sulle bollette degli utenti.
Per effetto di tale statuizione, coloro che hanno pagato la tariffa di depurazione ingiustamente, non avendo potuto usufruire del servizio di depurazione acque, possono chiedere la restituzione delle somme versate.
La particolare situazione del depuratore di Ravagnese, consiste nella insufficienza strutturale alla copertura depurativa dei bisogni della popolazione residente, con esclusione di circa il 30% della popolazione.
È altresì noto alle autorità che tale impianto non ha mai rispettato i parametri chimico-fisici allo scarico, entro i limiti di emissione previsti dal D.Lgs. n° 152 del 2006 a causa del mancato funzionamento della sezione dei trattamenti preliminari e della sezione di sedimentazione secondaria ed inoltre criticità sono state riscontrate anche nel processo di disinfezione delle acque reflue che hanno impedito il normale processo di depurazione, per cui tali acque non depurate e non disinfettate sono state scaricate direttamente sulla battigia, in una zona di balneazione che quest'anno ha portato l'ex Commissione Straordinaria all'interdizione della balneabilità, con ulteriore danno economico per gli esercenti, alla cittadinanza stessa, nonchè all'immagine di Reggio Calabria, già per altro compromessa. La documentazione copiosa analizzata mette in luce problemi di natura idraulica e di sovraccarico su tutto il territorio, determinati dalla commistione tra acque bianche/meteoriche e acque reflue, rilevando il malfunzionamento dell'impianto di depurazione di Ravagnese e comunque di tutti gli impianti siti in altre località. Il Comune di Reggio Calabria inoltre, non ha provato di aver predisposto un apposito fondo vincolato all'interno del quale far confluire le quote versate dagli utenti come previsto dalla normativa vigente in materia, che disciplina espressamente le procedure finanziarie del rimborso che i gestori devono effettuare attraverso i fondi vincolati, qualora non impiegati per gli scopi previsti. Tali procedure di restituzione non sono state messe in atto dal Comune di Reggio Calabria, nonostante l'inattività e il mancato funzionamento degli impianti di depurazione che servono il territorio comunale. I Giudici di Pace pertanto sulla scorta di tali considerazioni, hanno condannato il Comune di Reggio Calabria al rimborso dei canoni corrisposti per il servizio di depurazione per gli anni dal 2008 al 2012, oltre interessi e spese di giudizio.
Oltre a quanto sopra detto, si aggiunga anche che con deliberazione n. 188 datata 29 agosto 2013, da tempo il comune di Reggio Calabria sta procedendo ai rimborsi del 50% della somma pagata nelle bollette acqua.
Per lo stesso motivo è inoltre plausibile, laddove sussistano gli estremi, la richiesta di risarcimento di danni patrimoniali e non, consistenti anche nella sostituzione di elettrodomestici danneggiati a causa della qualità dell'acqua.
Questa Associazione, alla luce di quanto fin qui esposto, intende proporre ai propri soci di richiedere al Comune di Reggio Calabria:
- La restituzione delle somme già versate per l'erogazione del servizio idrico, nella misura del 50% delle somme erogate negli ultimi 5 anni per quelle zone dove è stato accertato che l'acqua non è potabile;
- La restituzione delle somme della componente depurativa;
- Eventuali danni patrimoniali dovuti a riparazione o sostituzione di elettrodomestici dovuti alla cattiva qualità dell'acqua.
Al fine di intraprendere tale azione legale, l'Associazione si avvarrà dello Studio Legale già convenzionato con questa Associazione.