lunedì 1 giugno 2020

Omaggio ai pochi (della manifestazione di sabato 30 maggio 2020)

Si è trattato di un'occasione per denunciare, oltre l'insostenibile situazione nazionale di privazione forzata dei diritti fondamentali, anche le ataviche criticità endemiche della nostra città che, nonostante le innumerevoli promesse ed i blandi tentativi di risoluzione (posti in essere più per facciata che per altro), crescono inesorabilmente ogni giorno. Riconquista Sociale, ha partecipato all'evento con i propri soci, cittadini consapevoli e liberi, realizzando anche una diretta facebook al fine di offrire uno strumento di condivisione che molti dei presenti hanno utilizzato per confrontarsi e denunciare lo stato di fatto. Ai pochi cittadini presenti alla manifestazione del 30 maggio va il mio personale quanto doveroso omaggio qui di seguito riportato. 

OMAGGIO AI POCHI 
[di Marco Lucisani - Presidente Pro tempore  di RICONQUISTA SOCIALE]

Sabato è stato un gran giorno per l'associazionismo, per molti è stato un giorno qualunque, non per noi pochi!
Noi, cittadini martoriati da restrizioni, abusi, i cui diritti sono stati ormai inesorabilmente violati in una visione oligarchica della nuova Sinarchia Mondialista. Noi pochi, sparuti ma dignitosi cittadini, che nonostante tutto e tutti, contro ogni tentativo di imbavagliarci e sottometterci, attraverso l'atavica paura della morte e della malattia, reagiamo in forza di una indomita dignità che ci eleva, da rassegnati animali da cortile, ad esseri umani. Fieri nella nostra inscindibile umanità, portiamo in noi la consapevolezza invitta di chi è cosciente del proprio destino e nonostante questo, lo affronta a testa alta. E con sguardo mai sommesso, ma volto all'ineluttabile, con dignitosa rettitudine, stiamo di fronte allo strapotente nemico, ritti, guardandolo diritto negli occhi. Un nemico della libertà, della famiglia, della dignità umana, della vita stessa! Un nemico che desidera averci, possederci, annichilirci; che brama la nostra forza, la nostra energia, la nostra anima e che per farlo è disposto a inocularci qualunque menzogna. No!
E ripetiamo ancora: NO! 
Non staremo fermi e immobili a guardare i nostri cari spegnersi come candele a causa del nostro timore;
NO!
Non assisteremo impassibili allo scempio della natura perpetrato da chi, a torto, si reputa Altissimo, proferendo ogni menzogna allo scopo ultimo di godere della nostra rovina per il proprio affare;
NO!
Non consegneremo i nostri figli, i nostri anziani ne tantomeno noi stessi a coloro i quali, spergiurando Ippocrate e millantando di procedere per amore della vita, sono pronti a inuculare il male in noi per la gloria dei loro padroni;
Noi pochi, noi felici pochi, cadremo tutti come il frutto maturo d'aprile; insieme, piuttosto che cedere all'oblio, all'impossibilità della ragione, alla perenne schiavitù. 
Risolleviamo i nostri animi fratelli, il tempo della verità giunge a noi: restiamo pronti affinchè nell'ora più buia continueremo ad essere uomini liberi e non schiavi. 
A Noi e Noi soltanto spetta l'epitaffio glorioso; poichè non chi ostenta ma soltanto chi merita onore è ricordato imperituramente.

Noi pochi.
Noi felici, pochi.
Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno..."

 [Enrico V: Il discorso di San Crispino]