giovedì 25 marzo 2021

Scuole riaperte dal Tar, grazie all’ennesimo sacrificio economico di poche famiglie consapevoli

Lettera aperta allo studente di Catanzaro Nicolò Paradiso autore della lettera pubblicata su "La Nuova Calabria".


Caro Nicolò Paradiso, o chi per te, dal tenore della tua lettera che, partendo da una serie di criticità note da generazioni, soprattutto qui in Calabria, arriva alla domanda rivolta a quei genitori che hanno fatto ricorso al TAR per mantenere la scuola aperta, nonostante le solite ataviche criticità.

La scuola è un'istituzione millenaria che nasce con la precisa finalità di costruire i cittadini di domani, partendo dalle generazioni più giovani, accompagnandoli in un percorso di crescita che forma l'individuo attraverso l'insegnamento e cosa fondamentale la socialità. I principi della scuola dovrebbero (il condizionale è dovuto) insegnare l'importanza dell'aggregazione sociale che è fondamento umano. In pratica siamo esseri sociali, ciò significa che isolarsi per un individuo significa disadattarsi alla socialità, significa sviluppare una serie di patologie psichiatriche tipiche di chi soffre di forme autistiche del comportamento. Sotto questo aspetto, palliativi come la Didattica A Distanza, non possono per forza di cose rappresentare una valida alternativa alla scuola in presenza. Siamo esseri sociali, è la nostra natura, pertanto l'isolamento porta a conseguenze negative nel comportamento. Paura, timore, insicurezza, disadattamento sono soltanto le prime manifestazioni, i primi sintomi di un disadattamento sociale e basta parlare con chi è competente per sapere che tali stati d'animo sono spesso soltanto l'anticamera di patologie comportamentali ben più gravi. La scuola è aggregazione proprio per educare la nostra mente, i nostri comportamenti.

Tu elenchi nella tua lettera una serie di problemi che, virus o no, sono stati sempre presenti, purtroppo, e relativamente ai quali nessuno è stato capace di risolvere (ammesso che qualcuno ci abbia provato seriamente). Questi problemi strutturali erano certamente presenti anche nel '57 quando abbiamo avuto l'influenza asiatica che portò ad un milione di morti nel mondo, e poco dopo nel '68 con l'influenza di Hong Kong, altro milione di morti nel mondo e neppure con l'HIV che dal 1981 ad oggi avrebbe sterminato 25 milioni di persone. Ma la scuola, con le debite precauzioni, rimase aperta, nonostante tutti i problemi che la mia generazione e quelle precedenti la tua, ben conosciamo. Oggi indichiamo la scuola come fosse ricettacolo di malattie e infezioni, dimenticando che questa istituzione, che ha visto la luce grazie al sacrificio secolare di tanti consapevoli uomini, è nata per consentire a tutti di avere accesso all'istruzione che prevede anche l'aggregazione sociale per i motivi che ti ho detto prima. Rinunciare alla socialità è una privazione inaccettabile, significa arrendersi all'autismo, rassegnarsi ad una aberrazione sociale destinata a divenire regola nel nome di un'emergenza perenne, che porterà i suoi frutti a cominciare da voi, nuove generazioni, che piuttosto di rassegnarvi a vivere relegati dentro quattro mura, accontentandovi di vedere i vostri amici e compagni attraverso un monitor, surrogato della vera socialità, avete il diritto inalienabile perché divino, di vivere secondo la natura umana e non piegarvi a chi vuole destinarvi ad un mondo grigio, sbandierando lo spauracchio del terrore della morte. Anche se sei giovane vorrei considerassi questa domanda: a che serve aver paura di morire se ciò significa privarsi della libertà di vivere? Concludo dicendoti che proprio perché questi genitori tengono ai propri figli, hanno messo mano al portafogli e sborsato soldi affinché questo diritto, guadagnato con sangue e sacrificio, possa ancora e nonostante tutto essere garantito a tutti voi. Ti auguro ogni bene e la possibilità di crescere nella pienezza di una libertà, che appare sempre più limitata e nella reale consapevolezza, costantemente minacciata da collaborazionisti di un progressivo regime.